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E ora che hai fatto un salto indietro a rivedere la tua crescita, i tuoi fermi, gli scatti evolutivi?
È primavera: risveglio, rinascita, ripartenza sono le parole della stagione. Ma non puoi dar loro realizzazione con gli stessi mezzi di cui ti sei disfatto in autunno oppure con modalità che hai scoperto non essere autenticamente tue. Dunque? Se vuoi risultati diversi devi mettere in campo risorse diverse. Lo sai e non ti va di sentirtelo ripetere.
E allora ti pongo una domanda che ultimamente, quotidianamente, mi pongo: e se morissi domani? Lo so, stai toccando ferro se non altro. Eppure, vivere come se la morte non ci fosse, come culturalmente siamo stati abituati a fare, non aiuta a dare alla vita pienezza di senso. Forse la morte ti ha toccato, portandoti via qualcuno, forse ti ha sfiorato con la malattia, forse. Forse mi segui, forse no.
Il fatto è che fingere che la morte non ci sia ti distoglie dalle priorità, con l’illusione che per il piacere ci sarà sempre tempo. Quando sarai in pensione, quando andrai in vacanza, quando le forze saranno esaurite, quando tutte le cose – non soltanto quelle davvero importanti e che comunque vanno curate – saranno concluse.
Pensare di poter morire domani a me fornisce prospettiva, lucidità, ordine. Mi fa capire quando è tempo di dire no, quando posso dire sì, per chi e cosa vale la pena investire del tempo.
Pensare di poter morire domani non mi fa agire solo per il benessere futuro di chi a me sopravviverà, nonostante mi faccia agire alla luce di ciò.
Pensare di poter dormire domani mi fa agire per me. Mi fa prendere un giorno di ferie, mi fa organizzare in funzione di più avere d’interesse, mi dà ruolo di protagonista. Mi dà responsabilità e libertà insieme.
Che dici? Inizio di primavera tutt’altro che frizzante?!
Scansati, muoviti, fermati. Fa qualcosa, ma fallo con gusto e consapevolezza. Mica hai liberato energia a vuoto, toh.
Primavera
Morte
Crescita personale
Consapevolezza